Il Piano Comunale di Protezione Civile

Un piano di protezione civile è l’insieme delle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio.

Il piano recepisce il programma di previsione e prevenzione, ed è lo strumento che consente alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un’area a rischio. Ha l’obiettivo di garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita ”civile” messo in crisi da una situazione che comporta gravi disagi fisici e psicologici. 

Inquadramento Territoriale

In questa parte del Piano vengono riportate le principali informazioni alfanumeriche e geografiche degli elementi caratterizzanti l’assetto fisico del territorio, il regime meteo climatico, l’insediamento costruttivo e la dotazione infrastrutturale; 

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Mappe del Rischio (R) Alluvioni

Le mappe del rischio sono elaborati facenti parte del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), strumento di pianificazione previsto nella legislazione comunitaria dalla Direttiva 2007/60/CE (cosiddetta “Direttiva Alluvioni”) relativa alla valutazione e gestione del rischio di alluvioni, recepita nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. 49/2010.

La Direttiva 2007/60/CE vuole creare un quadro di riferimento omogeneo a scala europea per la gestione dei fenomeni alluvionali e si pone l’obiettivo di ridurre i rischi di conseguenze negative derivanti dalle alluvioni soprattutto per la vita e la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale, l’attività economica e le infrastrutture.

In particolare le mappe del rischio indicano la presenza degli elementi potenzialmente esposti (popolazione coinvolta, servizi, infrastrutture, attività economiche, etc.) che ricadono nelle aree allagabili e la corrispondente rappresentazione in 4 classi da molto elevata (R4) a moderata o nulla (R1).

Le 4 categorie di rischio sono rappresentate mediante una palette di colori che va dal giallo (rischio moderato o nullo) al viola (rischio molto elevato), passando per l’arancione (rischio medio) e il rosso (rischio elevato).

Le mappe del rischio sono state ottenute applicando opportune matrici di calcolo che forniscono il valore del rischio in funzione della pericolosità e del danno potenziale a cui il bene esposto può essere soggetto.

Per ulteriori informazioni: http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/suolo-bacino/sezioni/piano-di-gestione-del-rischio-alluvioni

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Mappe della Pericolosità (P) Alluvioni

Le mappe della pericolosità sono elaborati facenti parte del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), strumento di pianificazione previsto nella legislazione comunitaria dalla Direttiva 2007/60/CE (cosiddetta “Direttiva Alluvioni”) relativa alla valutazione e gestione del rischio di alluvioni, recepita nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. 49/2010.

La Direttiva 2007/60/CE vuole creare un quadro di riferimento omogeneo a scala europea per la gestione dei fenomeni alluvionali e si pone l’obiettivo di ridurre i rischi di conseguenze negative derivanti dalle alluvioni soprattutto per la vita e la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale, l’attività economica e le infrastrutture.

In particolare le mappe di pericolosità rappresentano l’estensione potenziale delle inondazioni causate dai corsi d’acqua (naturali e artificiali) e dal mare, con riferimento a tre scenari di Pericolosità: alta (P3, alluvioni frequenti), media (P2, alluvioni poco frequenti) e bassa (P1, alluvioni rare) rappresentati con tre diverse tonalità di blu, associando al diminuire della frequenza di allagamento il diminuire dell’intensità del colore. Le mappe della pericolosità sono redatte per tre ambiti: reticolo naturale (principale e secondario), reticolo secondario di pianura (canali artificiali di bonifica), aree costiere marine.

Per ulteriori informazioni: http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/suolo-bacino/sezioni/piano-di-gestione-del-rischio-alluvioni

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Elementi esposti a Rischio nell'Area Allagabile "Le Meleghine" in casi di emergenza

L'area di allagamento "mirato" nei casi di emergenza della rete scolante cd. "minore"del Bacino delle Acque Basse cioè in caso di non funzionamento dell'Impianto idrovoro Pilastresi causa danni provocati dal sisma ai gruppi di pompe e motori dello stesso idrovoro, è stata individuata dal Consorzio della Bonifica Burana, nel territorio comunale di Finale Emilia, nella cd. Area "Le Meneghine" (1.365 ha), zona umida per eccellenza, a bassissima densità abitativa.

Altrettanto dicasi per le missioni produttive, seppure le poche presenti si traducono in aziende che producono pellet e energia elettrica da compostaggio. Tuttavia, risultano attorniate, come da progetto, da appositi argini per tutelare lo stabilimento. 

Nella stessa area è presente un solo allevamento zootecnico, ma con soli sette capi ovini, oltre a un mini maneggio con tre capi. Infine, quanto ai residenti, il loro numero è decisamente basso: tutti i nuclei familiari sono stati preavvertiti e si è memorizzato un cellulare per ogni famiglia, da inserire in un'eventuale mailing-list di preallarme (a seguito di una verifica, anche tramite i Responsabili dei Servizi Sociali, non risultano risiedere disabili).

Viceversa, sono diverse le abitazioni rurali distrutte dal sisma, ìn primis perché fatiscenti, e altre estremamente fatiscenti, insomma disabitate.

Si sottolinea che, fuori da questa area ma non troppo distante, a nord-est, è sita la Discarica Comunale di Via Canaletto Rovere (Loc. Quattrina Coord. D >N 44°51'550" E 11°16'365"). 

L'area è delimitata: a est da Via Redene Cremonine; a nord da Via Fruttarola; a ovest da Via Albero; a sud dalle vie Valleacquosa, Buca Galliera e Corazze. All'interno, vi si intersecano le Vie Ceresa e Canalazzo. 

Condizione Limite per l’Emergenza (CLE)

Si definisce come Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) dell’insediamento urbano quella condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi dell’evento sismico, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all’interruzione delle quasi totalità delle funzioni urbane presenti, compresa la residenza, l’insediamento urbano conserva comunque, nel suo complesso, l’operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l’emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale.

L’analisi della CLE è stata introdotta con l’opcm 4007/12 che regola l’utilizzo dei fondi previsti dall’art. 11 della legge 77/09 (Fondo nazionale per la prevenzione del rischio sismico) per l’annualità 2011 e viene condotta in concomitanza agli studi di microzonazione sismica (MS). Si esegue pertanto a livello comunale, anche se è possibile effettuarla anche a livello intercomunale.

L’analisi della CLE non può prescindere dal piano di emergenza o di protezione civile ed è un'attività che serve per verificare le scelte contenute nel piano.

L’analisi comporta:
a) l’individuazione degli edifici e delle aree che garantiscono le funzioni strategiche per l’emergenza;
b) l’individuazione delle infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto territoriale, degli edifici e delle aree di cui al punto a) e gli eventuali elementi critici;
c) l’individuazione degli aggregati strutturali e delle singole unità strutturali che possono interferire con le infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto territoriale.

Per ulteriori informazioni: https://www.protezionecivile.gov.it/it/approfondimento/analisi-della-condizione-limite-per-l-emergenza--cle-/

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Aree di Emergenza

In caso di eventi calamitosi, può essere necessario istituire delle aree per assicurare la salvaguardia della popolazione, per ulteriori informazioni consultare la pagina: Aree di Emergenza

La cartografia delle Aree di Emergenza può essere scaricata a questi link: